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COME SARÀ IL MONDO DEL LAVORO POST COVID? NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA

ll Covid ha accelerato grandi tendenze che riconfigureranno il lavoro anche dopo che la pandemia si sarà affievolita.

Un interessante analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, sulla base dei dati Unioncamere e Anpal, ci spiega quali sono le prospettive del mondo del lavoro post pandemia, immaginando come la pandemia cambierà domanda di lavoro nel periodo 2021-2025.

Niente sarà più come prima, questo è certo. La pandemia sta cambiando il mondo del lavoro italiano, stimando che nei prossimi 5 anni oscillerà tra 1,8 e 2 milioni di unità, la domanda di nuovi impieghi delle piccole medie imprese.
Ma quali saranno i lavori più richiesti nel dopo-Covid dalle piccole imprese italiane? A svelarlo è proprio lo studio di Confartigianato-Unioncamere-Anpal citato da La Repubblica, lo scorso 29 Aprile: i più richiesti saranno “cyber-idraulici” e “tecno-elettricisti” per case e elettrodomestici connessi, `meccatronici` (meccanici e elettrauti per la manutenzione delle nuove automobili), orafi, sarti e calzaturieri in grado di utilizzare stampanti 3D e foot scanner, artigiani delle costruzioni per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare, installatori e manutentori di parchi, giardini e aree verdi, riciclatori di rifiuti (in tessuti e arredamenti), produttori e manutentori di apparecchiature mediche ad alta precisione, animatori digitali per musei ed edizioni virtuali.

Una vera e propria rinascita dell’artigianato, in veste 4.0, quella che sembrerebbe attenderci. Una trasformazione dei mestieri tradizionali artigiani che dovranno necessariamente adeguarsi ai cambiamenti del mercato e delle esigenze dei consumatori. Dovrà compiersi una digitalizzazione delle imprese, con un occhio sempre più attento anche alla transizione green. “La sostenibilità ambientale dovrà essere una vocazione delle piccole imprese- ha affermato il Presidente di Confartigianato Marco Granelli. lo certificano i dati Istat secondo i quali nel 2018, ben 670mila piccole imprese hanno svolto azioni per ridurre l’impatto ambientale. Tra le iniziative da mettere in campo, bisogna puntare alla riqualificazione in chiave green e alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare. Per fare questo noi chiediamo di rendere strutturali tutti gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie e di garantire la durata triennale per il superbonus 110%. Mai come ora gli imprenditori e i consumatori hanno bisogno di certezze per questo tipo di misure che fanno bene all’ambiente, all’economia e all’occupazione.”

La nostra provincia comasca ha già visto, nell’anno 2020, una crescita di 18 punti percentuali della quota di investimenti di piccole medie imprese che hanno investito in digitale.

Altri importanti dati che emergono dall’analisi evidenziano che la lunga crisi del lavoro, in Italia, parrebbe placarsi nel 2023, quando l’occupazione recupererà i livelli pre-Covid. Un fattore chiave e distintivo sarà la formazione degli occupati, per consentire loro di svolgere nuove mansioni richieste dal mercato.

Le e-skills più richieste dal mondo del lavoro saranno: la capacità di usare linguaggi informatici, la capacità di usare strumenti multimediali e la capacità di gestire le tecnologie 4.0. Mentre le green skills previste, per i lavoratori in ingresso nei prossimi anni nel mondo del lavoro nelle MPI della provincia di Como, saranno sempre più preminenti. Infine le soft skill richieste ai giovani in ingresso nelle MPI della provincia di Como saranno la capacità di essere flessibili e adattarsi, la capacità di lavorare in autonomia, la capacità di lavorare in gruppo, la capacità di risolvere problemi, la capacità di comunicare correttamente in lingua italiana e la conoscenza della lingua inglese.

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A cura di Ylenia Galluzzo